Sa Ciedda - A Monte Del Sistema - Capitolo 1°

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Sa Ciedda - A Monte Del Sistema - Capitolo 1°
Lilliput - Foto di Alessandro Usai

Commissione Speleosubacquea FSS

SU PALU La Sorgente del Blue Nile
Alla ricerca del Bypass dei Sifoni di Sa Ciedda

Il progetto Sa Ciedda a Monte del sistema (Capitolo 1°) si è concluso.
Sono stati quattro fine settimana intensi, emozionanti e bellissimi.
Una partecipazione, un entusiasmo e una voglia di fare speleologia che lascia sbalorditi:
100 adesioni per supportare il progetto in grotta e all’esterno,
190 partecipanti suddivisi nei quattro fine settimana (senza contare tutti gli amici che sono passati per condividere i momenti di convivialità),
4 Km di rilievo!

Tutto questo è stato possibile solo grazie all’impegno di tutti!!!
Un particolare ringraziamento va al GASAU e al Comitato Catasto FSS che per primi hanno creduto e collaborato alla realizzazione di questo progetto.
Un ringraziamento particolare va ad Alessandro Usai che ha fotografato tutto e tutti durante questi campi e ci ha fornito materiale per documentare il nostro lavoro e dei gran bei ricordi.

Brazzai in Action - Foto di Roberto Atzori

Il Gruppo Phreatic è stato fondamentale per il prezioso Workshop sulle tecniche di Rilievo con lo strumento MNemo, e l'assistenza nell'estrapolazione dei dati di rilievo subacqueo.

Federico Spanu e Cinzia Mulas, sono stati una rivelazione nell'organizzazione e nel coordinamento, così come Salvatore Cabras è stato il punto di riferimento per tutte le serate attorno al fuoco in questi campi, così come Angelo Naseddu e Riccardo Usai.
L'ospitalità del Comune di Urzulei come sempre è stata impagabile, abbiamo avuto Teletottes a disposizione come fosse la nostra seconda casa in montagna.


Per ultimi ma non meno importanti un ringraziamento va ai quattro Speleosub, Luca Gallo, Davide Godani, Roberto Loru e Federico Spanu che si sono fatti carico della parte più impegnativa e più rischiosa del progetto!

Gli Speleosub - Foto di A. Usai


A breve sapremo con precisione dove indirizzare le nostre ricerche per individuare il Bypass di questo tanto amato quanto odiato sifone e finalmente raggiungere tutti il mondo che sta Oltre!!!Il Capitolo 2° sarà questo, cercare e trovare...In bocca al lupo a tutti !!!
(Se le ricerche di un bypass dal lato "asciutto" non dovessero avere successo ci attende Il Capitolo 3°, andare post sifone e risalire il camino da 60 m!)


Il punto di vista degli speleo

di Gabriele Delussu

Lago delle Fate - Foto di A. Usai

Spazi così vasti da farci sentire esageratamente piccoli. La potenza dell’acqua mostrata così, con gli ambienti enormi che la grotta di Su Palu (parte di un sistema carsico da oltre 70 km di estensione) ci ha già rivelato.
Con la speranza di poter in futuro visitare gli ambienti, ancora mai illuminati, che si trovano oltre il sifone "Sa Ciedda".
Tantissimi speleologi da tutta l'isola ci siamo ritrovati per oltre un mese sotto la guida attenta della Federazione Speleologica Sarda e della Commissione Speleo Subacquea a collaborare tutti uniti come una grande famiglia.
Esploratori esperti o neofiti della speleologia poco importa, ognuno si sente parte del progetto!
C'è chi ha partecipato alle faticose e delicatissime attività di trasporto materiali per gli speleosubacquei.
Chi ha partecipato alle lunghe e attente attività di rilevazione e misurazione delle gallerie per andare a migliorare il rilievo della grotta e poterne capire meglio i segreti.
Chi ha progettato e realizzato il sistema "naso", ovvero dei sensori capaci di rilevare dei gas, che vengono rilasciati in zone specifiche della grotta, per poter capire se esiste un collegamento aereo tra le zone già note e le zone oltre il sifone, accessibili ad oggi solo dai sub.
Chi invece si è occupato della cura di tutti noi, che uscendo bagnati ed infreddoliti dalla grotta ci ha fatto trovare al campo il fuoco acceso e il cibo caldo.
C'è poi tutta la macchina del Soccorso Alpino e Speleologico della Sardegna, che ha sviluppato un piano d’azione in caso ci fossero stati dei problemi all’interno della grotta, a loro va riconosciuto un grandissimo ringraziamento.
E ci sono infine ma non sicuramente per importanza gli Speleosubacquei, che sabato 17 e sabato 24 febbraio si sono immersi per superare i due sifoni allagati che ci separano dalla sicura prosecuzione del sistema carsico più esteso della nostra isola!


Primi dati sul rilievo di Su Palu

di Nicola Ibba – Comitato Catasto FSS

Fasi del Rilievo - Foto di A.Usai

Possiamo fare un primo bilancio della campagna di rilievo Su Palu:
10 squadre; 6 sessioni di rilievo.
4130 metri di rilievo totali
156 metri di dislivello
.
Errori di chiusura degli anelli inferiori allo 0,50%; in pianta tra i 50 cm e i 190 cm, in altezza tra i 10 cm e 50 cm.
La verifica del rilievo originale ha evidenziato una buona corrispondenza del fiume White Nile e della zona di Lilliput. Differenze importanti sono individuabili nel posizionamento dei cunicoli di No Buono/No Male e nella morfologia delle gallerie di Sand Creek, le zone post sifone di Sa Ciedda e nella parte terminale di Lilliput (Tesoro di Morgan / Pozzo Oliena).
Alcune gallerie immediatamente post sifoni di Sa Ciedda sono planimetricamente sotto No Buono; il pozzetto terminale di No Buono (esplorato in questa campagna) punta sopra la “Colata Expo 99”.
La differenza di quota tra la parte più alta delle gallerie post sifone e No Buono è di circa 30 metri.
Come attività collaterali sono state riprese le coordinate dell’ingresso.
Il lavoro sarà completato con l’estensione della poligonale fino all’ingresso e fino a Disneyland e la rivisitazione integrale del rilievo per adattarlo alla nuova poligonale.
La poligonale completa permetterà di analizzare correttamente quote e dislivelli e concentrare le ricerche nelle zone più promettenti anche all’esterno.
Come era prevedibile, questo progetto, più che togliere dubbi ha aggiunto nuovi interrogativi e confermato che la collaborazione e condivisione portano a grandi risultati.


Analisi dati Olfattivi a Su Palu

di Luca Manca e Lorenzo Bisoni

Lorenzo e il NARE - Foto di A. Usai
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Cosa è questo NASO o NARE, come funziona?

Il NASO ma a noi piace chiamarlo NARE, è un progetto ideato da Alessandro Vernassa che consiste in un sensore per il rilevamento di gas liquefatti opportunamente configurato tramite Arduino. Questo dispositivo è in grado di rilevare, con una certa sensibilità, diversi gas rilasciati in un ambiente e registrare in autonomia le misurazioni all’interno di un foglio di calcolo. I dati che vengono salvati sono rispettivamente la data e l’ora della misura, il valore grezzo del sensore ed un valore della percentuale di GAS rilevato espressa in PPM.

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IL NOSTRO NASO E LA NOSTRA PROVA:

L'idea alla base della prova effettuata consisteva nel cercare di determinare un collegamento aereo tra i condotti fossili di No Buono e No Male avendo intuito (successivamente dimostrato con il rilievo) che le due zone pre e post sifone non fossero poi cosi distanti.  Nello specifico, si è pensato di impiegare tre diversi NARE distinti da una diversa colorazione (Blu, Rosso e Giallo) opportunamente posizionati all’interno della grotta:

Il Nare Giallo e quello Rosso sono stati posizionati negli ambienti pre-sifone rispettivamente in corrispondenza di un restringimento del condotto principale all’inizio di “No Buono” e nella zona terminale del condotto principale di “No Male”. Il terzo Nare, ovvero quello Blu, è stato invece trasportato dagli speleosub attraverso i sifoni di “Sa Ciedda” per essere poi posizionato in ambiente post-sifone. Il tracciante aereo, nella quantità di circa 2,7l, è stato liberato nella prima strettoia all’ingresso di “No Buono”. Nei sopraluoghi precedenti avevamo appurato che la condotta in questo periodo avesse un flusso in aspirazione verso il fondo di “no Male”.

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RISULTATI

Dai grafici di seguito riportati possiamo dedurre che:

Il flusso d’aria all’interno della condotta fossile fosse al momento del test pressoché assente, la grotta infatti nella settimana del test era praticamente in stasi, sicuramente non hanno aiutato le alte temperature esterne di questo periodo. 

Grafico Nare Giallo. Dalla curva si deduce da subito un lentissimo incremento della concentrazione di gas che prosegue col medesimo andamento per i primi due giorni per poi crescere in modo più consistente a partire dalla fine della terza giornata di rilevazione fino al momento in cui l’acquisizione si è interrotta a causa dello spegnimento del NARE per l’esaurimento della carica delle batterie.

Grafico Nare Rosso. Rispetto al grafico del NARE giallo viene mostrato il grafico contenente i valori grezzi del sensore perché a causa di una deriva del valore di “zerogas” del sensore non è apprezzabile quella ppm. Questo dispositivo parrebbe non aver rilevato il tracciante, la curva infatti non presenta picchi che indicano una chiara rilevazione, si evidenzia altresì un debolissimo trend positivo dal 21 sera. 

Data la condizione di quasi stasi della grotta, considerata la velocità con la quale il gas si è mosso verso il dispositivo Giallo, è difficile pensare che il NARE Rosso potesse rilevare del tracciante nei suoi 3 gg di autonomia. Non è da escludere quindi che il gas sia arrivato al sensore del Nare Rosso solo dopo il suo spegnimento oppure che il tracciante possa esser stato trasportato dal flusso d’aria verso qualche altro condotto a noi ignoto tra i due dispositivi.

Grafico Nare Blu. Per questo dispositivo valgono le analoghe considerazioni fatte per il nare rosso. Anche in questo grafico è presente un debole trend positivo dal 22 sera;

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CONCLUSIONI

Tutte le curve registrate sono molto particolari e atipiche rispetto ai test che abbiamo potuto concludere prima dell’esperimento a Su Palu o con quelle disponibili dal confronto con chi già si sta cimentando con questo sistema. 

La variazione della curva di rilevamento dei NARE Blu e Rosso è veramente lenta e minima per poter essere attribuita ad una rilevazione del tracciante ma potrebbe piuttosto dipendere da altre variabili  che necessitano di essere chiarite e studiate con ulteriori test di approfondimento su lunghi periodi di acquisizione.

l’anomala e scarsa circolazione d’aria all’interno di “Su Palu” non ha agevolato l’esperimento aumentando notevolmente i tempi di acquisizione necessari a misurare il passaggio del tracciante su un tratto di cavità così ampio. Concludiamo questo esperimento portandoci dietro un importante bagaglio di dati e notazioni che ci aiuteranno in futuro per migliorare il codice del sensore, non commettere errori fatti ed interpretare al meglio l’andamento di queste curve. 

A presto.

El Alamein - Foto di A. Usai
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